Silvia Ottaviano all’XTERRA di Maui: “per aspera ad astra”!

Alessandro Visconti, Fisioterapista

Professionista convenzionato
Vedi scheda

Emiliano Giorgi, Biologo Nutrizionista

Professionista convenzionato
Vedi scheda

Centro Cremonte

Azienda partner
Vedi scheda

Boom! Sento il primo colpo di cannone!Gli atleti “elite” sono partiti, mi tremano le gambe! Boom!Secondo colpo di cannone!Partiti anche gli uomini “age – group”. Boom!Terzo colpo di cannone e tocca a me!! Inizia qui la mia avventura al Campionato del Mondo XTerra a Maui, nelle isole Hawaii, esperienza a dir poco emozionante, non solo per il luogo in cui si svolge la gara, e per il fatto che è un Campionato Mondiale, ma perché è stata una vera conquista.

Tutto ha inizio un anno fa, quando decido, seguendo il consiglio del grande Coach Re Andrea, di acquistare una MTB, per non smettere di pedalare anche nella stagione più fredda. Non credevo di appassionarmi a tal punto da orientare il mio pensiero verso le gare di triathlon out off road: gare che si svolgono non su strada ma su percorsi sterrati. Penso che avere la possibilità di gareggiare su percorsi naturalistici spettacolari sia entusiasmante. Mentre cerco di documentarmi in merito a tali gare, mi capita di vedere il filmato della finale del campionato mondiale XTERRA che, come ogni anno, si svolge a Maui. Rimango estasiata dalla bellezza dei paesaggi, dalla natura e dai percorsi. A tale gara si può accedere solo qualificandosi in una delle tappe del Campionato Nazionale XTERRA, che in Italia si svolge nel mese di luglio in Abruzzo.

Ho pensato a quanto sarebbe bello realizzare questo progetto, cioè partecipare alla tappa in Italia per provare ad accedere alla finale mondiale. E’ un progetto molto ambizioso, ma mi sono sempre piaciute le sfide e, quindi, dopo aver parlato con il Coach, mi sono iscritta al Campionato Xterra Italy. Vi confesso che l’idea del mondiale non era nei miei progetti iniziali, ma era un grande sogno, pensavo solo a fare una buona gara in Italia.

La stagione invernale, a causa di una caduta mentre praticavo lo sci alpinismo, non era stata delle migliori, ma mi stavo riprendendo alla grande e l’idea del mondiale mi stuzzicava parecchio. Stavo bene e i miei allenamenti procedevano con la solita determinazione e positività. Purtroppo l’aggravarsi di problemi familiari mi fa nuovamente perdere l’equilibrio che avevo ritrovato, rendendo particolarmente difficili i miei allenamenti.

Poter contare sul supporto del Coach in queste situazioni è stato molto importante. Non mi sono mai arresa di fronte agli ostacoli e ho sempre cercato di mantenere un atteggiamento positivo, pensando anzi che ogni ostacolo sia una sfida che vada accettata con l’entusiasmo di un vincitore.

Ed è così che sono riuscita ad assicurarmi la qualifica per Maui. Grande è stata la felicità per questa prima conquista. Non riuscivo a pensare ad altro. Era veramente un sogno che si stava realizzando!! Cercavo, però, di concentrarmi sugli ultimi impegni programmati in precedenza: Lovere e poi Toscolano Maderno. È stato proprio questo il periodo più difficile che ho dovuto affrontare.

Poco prima della gara a Lovere un lutto in famiglia offusca i miei pensieri. In queste circostanze non è facile mantenere un atteggiamento positivo. Decido comunque di partecipare alla gara, perché so che chi mi ha lasciato non avrebbe mai voluto che cedessi di fronte a questa situazione dolorosa.

In seguito una caduta dalla MTB nella gara a Toscolano Maderno mi impedisce di allenarmi come vorrei e ormai manca poco meno di un mese al mondiale. L’aver accanto a me persone speciali come mia mamma che ha controllato la sua ansia infondendomi fiducia, Marco, mio compagno in questa avventura e nella vita di tutti i giorni, il Coach che ha saputo consigliarmi, motivarmi, adattare i programmi di allenamento alle mie esigenze, lo squalo Alberto per gli allenamenti in piscina e le mie care amiche/colleghe è stato fondamentale e mi ha permesso di raggiungere, se pur con tanta fatica, la meta tanto agognata.

Finalmente arriva il giorno della partenza. Il viaggio è interminabile, ma fortunatamente senza imprevisti. Le bici arrivano a destinazione e mi sento ottimista. Laggiù, ad attenderci, ci sono altri italiani con i quali abbiamo trascorso piacevoli momenti pre e post gara e quando si è così lontani da casa fa piacere. Anche in questo momento il Coach si è dimostrato persona di grande valore umano e professionale.

La mattina della gara la sveglia suona alle sei per i consueti preparativi. Sono abbastanza rilassata, ho proprio voglia di assaporare ogni attimo di questa esperienza unica. Mi reco in zona cambio e cerco di scambiare qualche battuta con le mie avversarie per alleviare la tensione. Si respira un’aria serena ed è tutto molto eccitante. Le bici sono disposte in modo diverso da come sono abituata, devo farmi spazio tra due concorrenti che avevano già collocato la loro bici. L’ultimo controllo alla bici e mi reco in spiaggia per il rituale della benedizione, momento molto suggestivo e toccante. L’adrenalina è “a mille” e guardando l’Oceano non posso far a meno di provare un brivido di paura: ci sono onde altissime, più adatte per il surf che per il nuoto!! Mi guardo intorno, ma sembrano tutti calmi, cerco di concentrarmi pensando alle parole del Coach:” trasforma l’ansia in emozione positiva!!!”.

Boom! Sento il primo colpo di cannone!Gli atleti “elite” sono partiti, mi tremano le gambe! Boom!Secondo colpo di cannone!Partiti anche gli uomini “age – group”. Boom!Terzo colpo di cannone e tocca a me!!

Mi getto in acqua correndo e cerco di non farmi travolgere dalle onde. Non è per nulla facile! Mi sembra di essere in una lavatrice. Sono già molto distaccata dal gruppo, ma non mi perdo d’animo e nuoto come meglio posso cercando di recuperare, anche se fatico a trovare il giusto ritmo. Il percorso prevede un’uscita all’australiana. Raggiungo la riva esco, esco, mi rituffo in acqua e sono letteralmente travolta da un onda che mi fa perdere cuffia e occhialini. Temo il peggio, riesco a recuperare la cuffia, ma non gli occhialini. Mantengo la calma, non ci penso minimamente a ritirami, sono a un mondiale e in qualche modo finisco la frazione di nuoto. Esco dall’acqua un po’ scossa e anche in zona cambio mi rendo conto di non aver acquistato la piena padronanza consapevolezza delle miei azioni, tanto che dimentico di mettere il casco che era rimasto a terra e non posizionato come al solito sulla bici. Finalmente sono in bici, il percorso è favoloso, ma stretto e si fatica a superare. Non desisto e chiedo continuamente strada. Le gambe finalmente rispondono bene, non sono affaticata. Il paesaggio è spettacolare e mi sento galvanizzata, tanto che nelle discese esulto per la gioia. Non mi capitava da molto tempo provare questa sensazione di euforia durante una gara. Fa molto caldo e il percorso è piuttosto impegnativo, ma grazie ad un’organizzazione eccellente non mancano i ristori e la frazione in bici scorre velocemente. Arrivo in zona cambio pronta per la frazione a piedi che è quella che mi darà maggiore soddisfazione. Adoro correre su percorsi sterrati in cui si alternano salite molto impegnative a tratti pianeggianti e veloci. L’ultimo miglio si percorre sulla spiaggia, il paesaggio è incantevole. Che emozione tagliare quel traguardo! Tutta la fatica e la sofferenza sono annullate e provo una sensazione di gioia immensa. Credo che non esista cosa più soddisfacente che sudare e sacrificarsi in virtù del sogno che si custodisce nel cassetto, perché quando si raggiunge il fine sperato, la felicità e la gioia superano nettamente il dolore e le sofferenze subite.

Ora i pensieri sono orientati alla prossima stagione e chissà che cosa mi aspetta….