Ironman 70.3 Pays d’Aix = Campionati del mondo triathlon 2014

Andrea Civardi, Fisioterapista e Osteopata

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Pronti via: al primo tentativo in un IM 70.30 è arrivata la SLOT per il Campionato del Mondo 2014!
Dopo il “resoconto emozionale” scritto di getto nell’immediato dopo gara, trovo il tempo per parlare di questa affascinante gara in modo più dettagliato, soprattutto sotto il profilo tecnico.
Pronti via: al primo tentativo in un IM 70.3 è arrivata la SLOT per il Campionato del Mondo 2014!
Dopo il “resoconto emozionale” scritto di getto nell’immediato dopo gara, trovo il tempo per parlare di questa affascinante gara in modo più dettagliato, soprattutto sotto il profilo tecnico.
Il programma di allenamento, elaborato “by myself”, ha funzionato bene!
L’obiettivo era chiaro e preciso da tempo: il piano di allenamento è stato strutturato sulle mie caratteristiche e sulle percorrenze che poi ho trovato a Pais d’Aix.
Sapevo che la bici sarebbe stata impegnativa e la frazione di corsa di questo Ironman mi era stata descritta, da chi prima di me aveva fatto l’esperienza, come veramente dura.
Chi mi conosce lo sa: il nuoto non è il mio forte, ma ho cominciato a lavorare senza troppe pretese con anticipo rispetto alla data della gara. Un grandissimo aiuto è arrivato dagli allenamenti collettivi di nuoto organizzati dalla società che ho l’onore di rappresentare non solo come atleta ma anche come Direttore Tecnico, il RASCHIANI TRIATHLON PAVESE,.
Il risultato di questo allenamento “partito da lontano” è stato un più che dignitoso e soddisfacente: 34′ 39″ nei 1.900 metri di nuoto, che mi è valso il 22° tempo di categoria.
La prima transizione era lunghissima! Il tratto che separava l’uscita dall’acqua dalla zona cambio sembrava interminabile, ma non solo ho sempre corso, sono anche stato molto lucido: guardavo la frequenza cardiaca e capivo che mi esprimevo nel modo corretto. Nelle operazioni di cambio in T1 sono stato molto bravo: presente, lucido e veloce nel prendere la sacca, nello sfilarmi la muta e nell’indossare occhiale e caschetto. Al momento di infilarmi l’elastico con il numero, mi accorgo che si era rotto il pettorale e quindi ho perso più di un minuto per farmi dare da un giudice una spilla da balia e sistemare il tutto. Nel vedere la classifica mi sono accorto di essermi giocato una posizione, perché chi mi ha preceduto ha fatto un tempo di soli 5 secondi inferiore al mio. Nulla! Non ci penso mi concentro sull’uscita dalla zona cambio, salto in bici, infilo le scarpette già fissate sui puntapiedi e parto. I primi chilometri mi preoccupano! La strada sale leggermente, è in ombra, il vento contrario si fa sentire. Il risultato è che non vado forte e la frequenza cardiaca è alta! Mantengo la calma, ragiono, cerco di bere, di alimentarmi e di permettere ai battiti cardiaci di stabilizzarsi sulle frequenze ideali. Poco dopo il 10° km mi sblocco. Incomincio a stare bene, ma bene bene, e supero con facilità atleti più giovani di me ( tra 18 e 39 anni il pettorale era diverso e quindi facilmente riconoscibile) che sono partiti 10 minuti prima. “Quindi sto andando forte”, dico dentro di me, e così mi carico, spingo forte e mi sento sciolto. Le salite che nel sopralluogo del giorno prima (fatto in macchina ) mi sembravano dure e degne di preoccupazione, “le volo via”.
In men che non si dica mi trovo al 60° km della frazione in bici di questo triathlon e sono consapevole che l’ultima salita di 3,7 km la devo affrontare bene, fresco e lucido. E’ quasi così, infatti le pendenze sono impegnative ed è tutta sotto il sole, ma i primi 70km li ho fatti a 34.4 di media. Mi sento positivo, salgo bene, spingo ma mi controllo e soprattutto sono più veloce di tanti altri che supero con facilità. Scollino e sento che siamo vicini alla fine dello sforzo ciclistico (in realtà c’è ancora una piccola asperità, ma la affronto senza particolari problemi). Quando entro in Aix En Provence, incomincio mentalmente a proiettarmi nella frazione a piedi. Negli ultimi chilometri bevo in abbondanza e, sceso dalla bici, affronto benissimo la seconda transizione. Inizia la corsa. DURISSIMA! Saprò ovviamente dopo la gara di aver iniziato a correre 15° di categoria. Quattro giri e ogni giro presenta tre salite, di cui una dentro ad un parco con tratti sterrati per nulla scorrevoli. La affronto con la consapevolezza di essermi preparato bene e con la “testa dura” che tanti mi riconoscono. Il parziale della corsa mi può solo soddisfare: 1h 41′ 01″ ottenuto con una regolarità esemplare.
L’ultimo chilometro è un turbinio di emozioni: sento che sto completando una gara che mi deve vedere molto soddisfatto. Penso a situazioni personali molto importanti…mi emoziono e mi sento supportato, così come non mi sono mai sentito solo durante tutta la gara…..e il già citato “Take your best shot”, mi è “girato in testa” tantissime volte.
Taglio il traguardo di questo Ironman 70.3 e il tempo finale mi dice bene: 5h 06′ 50″!
Vado all’assegnazione delle SLOT e da nono classificato nella mia categoria, grazie al Roll-down rispondo e mi iscrivo per terzo! Un’emozione indescrivibile.
Ora ho davanti a me 11 mesi per allenarmi bene e per preparare un appuntamento importante: Il Campionato del Mondo IM 70.30 2014!